Il cavo RS–485 utilizzato per il cablaggio del dispositivo deve soddisfare le seguenti specifiche:
• Doppino ritorto schermato con 1,5 o 2 doppini (preferibilmente 1,5).
• Schermatura intrecciata, non a foglio.
• Impedenza caratteristica di 120 Ω.
• Sezione dei singoli fili uguale o superiore a 0,2 mm
Due esempi di cavi RS–485 adeguati:
• 3106A di Belden.
• Unitronic Bus LD 2×2×0,22 di Lapp Cable (cod. art.: 2170204).
Terminologia del protocollo di comunicazione RS–485 rispetto a Modbus RTU:
• Transclinic è un dispositivo slave dal punto di vista del RS–485, ma server per il
Modbus standard.
• Un software Scada o il programma in funzione in un PLC/datalogger sono dispositivi
client per il Modbus standard.
• Un convertitore RS–485-Ethernet o l'hardware di un PLC/datalogger è un dispositivo
master per l'RS–485 standard.
Linee guida per effettuare il cablaggio del campo RS–485 del dispositivo quando questo
è installato all'interno delle combiner box fotovoltaiche:
• La topologia del bus di comunicazione RS–485 deve essere una connessione di tipo
punto punto parallela.
• All'interno delle combiner box sono ammesse connessioni brevi (< 2 metri).
• Sebbene lo standard RS–485 ammetta una lunghezza di bus fino a 1200 metri
a bassa velocità di trasmissione (ad es. a 9600 o 19200 bit al secondo), è
raccomandabile rimanere entro i 500 metri.
• A ogni estremità del bus, tra D+ and D–, è necessario prevedere una resistenza di
terminazione da 120 Ω 10 % ½ W (vedere lo schema di collegamento RS-485).
Un'estremità del bus fungerà da master per l'RS–485 (con o senza terminazione
interna), mentre l'altra si troverà all'interno della combiner box il più lontano possibile
dal master (in termini di distanza dal cavo RS–485).
• Il dispositivo carica il bus RS–485 con 1 UL (unità di carico).
• Si raccomanda di non combinare nello stesso bus dispositivi Transclinic e altri
dispositivi slave RS–485.
(AWG24).
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