III stadio - Limitazione della pressione
In caso di aumento improvviso della pressione intraventricolare (PIV), la valvola opera con un flusso rapido in modo da
facilitare la normalizzazione della pressione. La valvola ritorna quindi allo Stadio II o I, a seconda delle condizioni.
Materiali Impiantati : Il prodotto impiantato può contenere uno o più dei seguenti materiali: Silicone con o senza
solfato di bario, polisolfone, rubino sintetico, adesivo siliconico, tantalio, polipropilene e resina epossidica.
Compatibilità con altre Procedure Mediche
La valvola OSV II non contiene parti magnetiche. Di conseguenza è compatibile con procedure diagnostiche quali la
risonanza magnetica e la tomografia assiale computerizzata.
INDICAZIONI
La valvola OSV II è un sistema impiantabile usato per il trattamento dei pazienti con idrocefalo, per drenare il liquor dai
ventricoli ad alla cavità peritoneale o ad altro sito di drenaggio, come per esempio l'atrio destro del cuore.
CONTROINDICAZIONI
Non impiantare il sistema in presenza di sospetta infezione delle vie da esso percorse (meningite, ventricolite, peritonite,
setticemia, batteriemia). In caso di infezione in qualsiasi parte del corpo, è consigliabile rimandare l'impianto. La
derivazione atriale è sconsigliata nei pazienti con malattie cardiache congenite o altre gravi anomalie cardiopolmonari.
La valvola OSV II non deve essere impiantata in pazienti affetti da tumore del plesso coroideo, che causa la produzione
di liquor a flussi eccedenti le specifiche della regolazione del II stadio; in tali condizioni la valvola OSV II non
drenerebbe adeguatamente. La valvola OSV II non deve essere usata per il drenaggio di raccolte di liquido
extraventricolare, come gli igromi o le cisti; in questi casi si usano valvole con pressione differenziale molto bassa.
EFFETTI COLLATERALI
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Oltre ai rischi associati all'impianto del sistema di derivazione o dei componenti, le complicazioni maggiori
riguardano i guasti meccanici, per esempio la rottura dei tubicini, il deterioramento del materiale nel tempo, o
l'ostruzione lungo il percorso, l'infezione, la reazione ai materiali e le perdite di liquor lungo il percorso. Se gli
elementi del sistema si scollegano, il catetere può migrare nell'atrio, nel peritoneo o nei ventricoli laterali.
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La derivazione ventricolare è stata associata all'epilessia ed alla dipendenza dallo shunt. Nella sindrome di
ipertensione intracranica, l'ostruzione è un rischio specifico. L'iperdrenaggio può portare a ematomi sottodurali,
craniostenosi, ipotensione intracranica o fontanelle incavate (soprattutto nei bambini piccoli).
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Se vengono notati uno o più dei seguenti sintomi è probabile che il sistema si sia guastato: Persistenza dei
sintomi dell'idrocefalo, perdita di liquor, arrossamenti, fragilità o erosioni della pelle lungo il percorso del sistema.
Queste complicazioni richiedono l'immediata sostituzione del sistema o delle parti guaste.
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Una modesta infezione batterica può provocare febbri ricorrenti, anemia, splenomegalia, nefrite o ipertensione
polmonare.
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In caso di drenaggio atriale, la possibile formazione di coaguli intorno alla punta del catetere può causare
embolizzazione dell'albero polmonare.
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La perforazione di visceri addominali è una rara complicazione degli shunt ventricoloperitoneali.
PRECAUZIONI
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I pazienti portatori di una valvola devono essere visitati attentamente per rilevare eventuali sintomi di
malfunzionamento (consultare il capitolo "Effetti Collaterali").
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Il medico deve avere a disposizione, durante l'impianto, una valvola di riserva pronta per l'uso, se necessario.
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Maneggiare con cautela i tubicini del sistema. Ricoprire le punte delle pinzette con tubicini di elestomero di
silicone.
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Non lubrificare le valvole. La loro lubrificazione avverrà normalmente con il liquor.
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Perchè non venga contaminato, il silicone necessita di una manipolazione speciale. Evitare il contatto con il
talco per guanti o con gli oli per la pelle.
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L'estremità del catetere di drenaggio può essere accorciata alla lunghezza desiderata durante l'impianto. Sono
sconsigliate altre modifiche.
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Per minimizzare la possibilità di drenaggio ridotto in pazienti costretti a stare in posizione supina (neonati e
pazienti allettati), è bene sollevarli ad un angolo di 45º per varie ore al giorno (con un cuscino, ecc.) finchè non
possono stare seduti da soli.
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